Innovazione: l’Italia cresce, ma gli indicatori devono migliorare

L’Italia fa progressi nel campo dell’innovazione, e cerca di rimanere al passo degli altri Paesi europei, seppur con qualche ritardo strutturale. Lo ha rilevato l’European Innovation Scoreboard (EIS), un report annuale pubblicato dal 2001 dalla Commissione Europea per “mappare” le performance di ricerca e innovazione dei suoi Stati membri (e non solo). Il quadro che emerge dall’indagine 2024 è quello di un continente a due velocità – corrispondenti, grosso modo, al Nord da una parte, al Sud e all’Est dall’altra –, anche se quasi tutti gli Stati, ognuno nelle sue possibilità, hanno migliorato le proprie performance. Vediamo più nel dettaglio questi dati.

EIS 2024: il metodo
L’European Innovation Scoreboard mette a confronto lo stato dell’innovazione dei membri dell’UE, di alcuni Paesi limitrofi e dei grandi competitor globali, misurandolo attraverso 32 indicatori che riguardano ambiti come economia, imprenditorialità, governance, quadro politico, demografia e altro ancora. L’obiettivo è aiutare i governi nazionali a identificare le aree in cui concentrare i loro sforzi per potenziare le capacità innovative. In base al “punteggio” raccolto rispetto alla media europea, gli Stati vengono così divisi in quattro categorie:

  • Leader dell’innovazione (la performance è superiore al 125% della media UE);
  • Innovatori forti (tra il 100% e il 125% della media UE);
  • Innovatori moderati (tra il 70% e il 100% della media UE);
  • Innovatori emergenti (inferiori al 70% della media UE).

EIS 2024: i risultati
A guidare la classifica per il secondo anno consecutivo è la Danimarca, che si conferma il Paese più innovativo dell’Unione Europea, davanti alla Svezia (che a sua volta ha primeggiato incontrastata dal 2017 al 2022). Gli altri Leader sono risultati essere la Finlandia e i Paesi Bassi mentre il Belgio, pur mantenendo la quinta posizione, è passato da “Leader” a “Innovatore forte”. Al polo opposto, fra gli “Emergenti”, troviamo Croazia, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Bulgaria e infine Romania.
E l’Italia? In questa divisione, l’Italia rientra nel gruppo degli “Innovatori moderati”, in virtù di una performance pari all’89,6% della media europea, che la colloca in 21esima posizione. Il fatto di essere mediamente meno innovativo rispetto alla regione del Nord Europa non deve però farci pensare a un Paese fermo: al contrario, l’Italia ha fatto registrare un tasso di crescita superiore del 10% alla media. La bassa posizione in classifica è piuttosto da attribuirsi ai ritardi accumulati negli anni, e dovuti alle difficoltà sistemiche che ancora fatichiamo a superare. Ma il tessuto innovativo italiano, con le sue eccellenze imprenditoriali e nel campo della ricerca, sta correndo più veloce di tanti altri.

L’Italia nell’EIS 2024: punti di forza e debolezze
Più nello specifico, l’Italia si è messa in luce soprattutto in due indicatori: investimenti aziendali e digitalizzazione. Questo doppio dato permette di superare il luogo comune secondo cui saremmo un Paese che non investe in tecnologia: lo facciamo, e in questo momento per le startup italiane, ad esempio, la situazione è molto favorevole. Un altro fattore di crescita è il ruolo delle PMI nell’ecosistema dell’innovazione, sia a livello di processi che di prodotti, a dimostrazione che la spinta innovativa è ben presente anche nella piccole-medie imprese.
Dove ancora paghiamo dazio è invece nelle competenze digitali, nella collaborazione fra pubblico e privato e nel trasferimento tecnologico, tutti elementi decisivi per trasformare la ricerca in soluzioni pronte per il mercato. Una realtà come Kilometro Rosso è in prima fila da anni in questi ambiti, consapevole di quanto l’intero Paese abbia da guadagnare da un ecosistema “aperto”, che riesce a far dialogare in maniera virtuosa chi lavora sull’innovazione e chi, a quella stessa innovazione, riesce a trovare un’applicazione concreta.

EIS 2024: l’Europa e il resto del mondo
Nel complesso, l’European Innovation Scoreboard racconta un’Unione Europea vivace e determinata a migliorarsi. Dal 2017 a oggi il continente ha incrementato del 10% la propria capacità innovativa (un risultato in buona parte legato all’attuazione della Nuova Agenda Europea per l’Innovazione, che punta con forza sullo sviluppo tecnologico). Certo, permangono le differenze fra gli Stati, ma nel complesso tra il 2023 e il 2024 la performance in materia di innovazione è aumentata per 15 nazioni ed è diminuita per 11 (solo la Croazia è rimasta stabile), e molte di queste 15 nazioni fanno parte di quella categoria di “Emergenti” che hanno ancora tantissimi margini di crescita.
Il resto del mondo, tuttavia, viaggia a velocità ancora più elevata. Canada, Stati Uniti e Australia si confermano più avanti rispetto all’Europa, mentre la Cina sta colmando velocemente il divario: ha già superato il Giappone, grazie alla performance più alta al mondo (+28,2% dal 2017), e ha messo il Vecchio Continente nel mirino. Il Paese più innovativo resta comunque la Corea del Sud, mentre in Europa la palma va alla Svizzera, non inclusa nel report in quanto non-membro dell’Unione.

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