La rivoluzione annunciata delle smart cities sembra ormai alle porte. Il nostro Paese è pronto? Una panoramica sulla situazione italiana, a partire dagli esempi virtuosi che arrivano da Bergamo
Come saranno le grandi città del mondo fra dieci anni? Dovendo scegliere solo tre aggettivi: connesse, sostenibili, efficienti. In una parola, smart. Stiamo parlando appunto delle Smart Cities, le “città 4.0” dalla fisionomia innovativa che, nelle previsioni, garantiranno ai cittadini un’elevata qualità di vita attraverso sistemi tecnologici e sostenibili perfettamente integrati tra loro. Una vera rivoluzione annunciata, insomma. Vediamo di capirne un po’ di più.
Città a sei dimensioni
L’Unione Europea definisce le smart cities il risultato della gestione partecipata e collaborativa di sei dimensioni:
1. Smart people
La città intelligente è co-progettata, cioè fondata sull’interazione reciproca e il dialogo fra amministrazione e cittadini.
2. Smart living
I cittadini possono godere di un’alta qualità di vita in tutte le sfere del quotidiano (salute, educazione, sicurezza e cultura).
3. Smart governance
Il capitale umano, le risorse ambientali, le relazioni e i beni della comunità sono valorizzati dall’amministrazione.
4. Smart economy
La pianificazione territoriale ed economica è innovativa e finalizzata all’ottimizzazione della produttività.
5. Smart mobility
Le diverse forme di mobility management (dall’e-mobility alla sharing mobility) ottimizzano costi, risparmio energetico e impatto ambientale.
6. Smart environment
Lo sfruttamento delle risorse disponibili garantisce l’uso sicuro e rinnovabile del patrimonio naturale.
In questo ecosistema la tecnologia gioca un ruolo fondamentale perché ridisegna le nostre abitudini rendendo le connessioni sempre più agili e integrate. Tecnologie che in questi anni abbiamo imparato a conoscere: Internet of Things (IoT), analisi dei Big Data, Intelligenza Artificiale (AI), sensori e attuatori, tecnologie e infrastrutture dell’informazione e della comunicazione, sistemi di gestione e monitoraggio del consumo energetico, sistemi di produzione e distribuzione dell’energia, nuovi materiali e soluzioni per un’edilizia sostenibile, nuovi veicoli ibridi ed elettrici, modelli di pianificazione urbana, supporto alle decisioni e gestione a livello amministrativo e gestione del ciclo dei rifiuti.
Le smart city del futuro: Neom e Woven City
Secondo un Rapporto delle Nazioni Unite, oggi le città producono il 70% delle emissioni di anidride carbonica e sostanze inquinanti, e il 75% della popolazione europea vive in città. È importante, quindi, per il nostro benessere e quello dell’ambiente, che il modello di smart city vada di pari passo con gli obiettivi di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
In una dimensione urbana globale sempre più smart e green c’è chi addirittura progetta città intelligenti ex novo, dal cuore puramente high tech. È il caso di Neom, la città futuristica che si estenderà per circa 26.500 km2 tra le dune dell’Arabia Saudita, alimentata da fonti rinnovabili e attraversata dalla tecnologia driverless con mezzi a guida autonoma, o di Woven City, la città intelligente progettata da Toyota che nascerà ai piedi del monte Fuji. Un ecosistema, quest’ultimo, completamente connesso e alimentato da celle a idrogeno, un laboratorio a cielo aperto dove la sperimentazione di tecnologia driverless, robotica, mobilità personale, case intelligenti e intelligenza artificiale sarà all’ordine del giorno.
Le città più intelligenti e sostenibili d’Italia
In un quadro sempre più attento all’innovazione e alla sostenibilità, l’Italia fa del suo meglio favorendo lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche, sociali ed economiche a misura d’uomo, accanto a iniziative dal basso impatto ambientale. Secondo lo Smart City Index 2020 – l’analisi annuale di EY sulle città più smart della penisola – Trento è la città più intelligente e green d’Italia, per trasporti, energia e ambiente, seguita da Torino e Bologna. Al quarto posto troviamo Mantova, mentre Milano è quinta seguita da Bolzano, Brescia, Bergamo, Pordenone e Ferrara. Tra i diversi indicatori di smartness quelli relativi alla mobilità sostenibile registrano i dati più interessanti: la mobilità elettrica è infatti cresciuta molto negli ultimi sei anni, grazie a un aumento del 357% delle colonnine di ricarica rispetto al 2014. A preoccupare, invece, è il divario con il Sud, dove la mancanza di infrastrutture adeguate non crea le condizioni favorevoli alla sostenibilità. Lecce e Bari sono le uniche città del Meridione a rientrare nelle prime 50 posizioni.
Smartness e sostenibilità made in Bergamo
Stando al rapporto Smart City Index 2020, Bergamo è nella rosa delle città più intelligenti e sostenibili d’Italia. Una città che punta a diventare un modello di smart city da seguire, come dimostrano le numerose iniziative intraprese. Pensiamo, ad esempio, al progetto interdisciplinare di ricerca Bergamo 2.035, nato in collaborazione tra alcune realtà che operano al Kilometro Rosso, per promuovere l’uso di tecnologie e soluzioni innovative e di nuovi modelli sociali di responsabilità e di inclusività. Il progetto Bergamo 2.035 individua ben sette aree progettuali di intervento, che vanno dalla logistica alla creatività, dalla salute alle imprese, dalla mobilità alla tecnologia fino all’idea del consum-attore, ossia alla valorizzazione di una filiera agroalimentare locale che avvicini produttori e consumatori, città e campagna, nell’ottica di promuovere le produzioni biologiche e sostenibili. Nel semestre appena concluso, ad esempio, è stato affrontato il tema delle “healthy cities”, in cui studenti selezionati dall’Università di Bergamo e Harvard GSD hanno sviluppato design concepts e soluzioni creative in scenari post-covid.
Bergamo 2.035 è promosso dall’Università degli Studi di Bergamo insieme a Fondazione “Cav. Lav. Carlo Pesenti”, in partnership con il Comune di Bergamo e con la collaborazione scientifica della Harvard University – Graduate School of Design.